Affidi Familiari

L’ufficio affidi del CAM:

  • ricerca, seleziona e prepara le famiglie aspiranti all’affido e alla gestione di piccole comunità di tipo familiare;
  • offre consulenze gratuite agli operatori degli Enti Locali per la valutazione delle situazioni dei minori e per la programmazione dell’affido;
  • propone abbinamenti con famiglie già selezionate e cura l’inserimento del minore in collaborazione con gli Enti Locali;
  • appoggia e sostiene le famiglie affidatarie durante tutto il periodo dell’affido, tramite gruppi di discussione che raccolgono, tutti insieme, circa un centinaio di famiglie.

Che cos’è l’affido?

L’affido è un modo diretto ed efficace per aiutare un minore la cui famiglia si trovi in difficoltà. Consiste nell’accoglierlo temporaneamente nella propria casa, dandogli l’affetto e la serenità di cui ha bisogno per crescere.
Che differenza c’è tra affido e adozione?
Con l’affido, il bambino resta nella famiglia affidataria che lo accoglie solo per un periodo di tempo limitato, durante il quale mantiene rapporti, regolati dai servizi sociali, con la propria famiglia d’origine. Con l’adozione, al contrario, il minore perde ogni rapporto con la sua famiglia. Acquista, invece, lo stato di “figlio legittimo” degli adottandi, come se fosse nato da loro.
L’affido è davvero la soluzione migliore per un minore in difficoltà?
Un bambino, allontanato dalla famiglia d’origine, può venire ospitato da una “casa famiglia”, da una comunità, oppure da un nucleo familiare che, per il tempo necessario a risolvere i problemi, lo accolga dandogli attenzione, calore, affetto. Le prime soluzioni, però, non permettono di sperimentare una relazione affettiva adeguata alle reali necessità del minore che deve poter “guarire” dai traumi subiti.
Chi può diventare affidatario?
Coppie con o senza figli, coppie di fatto, comunità di tipo familiare, perfino single: tutti possono accogliere un minore in difficoltà. Gli aspiranti affidatari, però, devono rendersi disponibili ad alcuni colloqui di conoscenza e seguire un iter formativo. Se si tratta di una famiglia, tutti i suoi componenti devono essere d’accordo nell’affrontare quest’esperienza comune.
Come si diventa affidatari?

Chi decide di accogliere un minore in affido deve prendere contatto con i servizi sociali del proprio Comune oppure con i consultori familiari o anche con i Centri che con essi collaborano (per esempio il CAM, dove operatori sociali e professionisti volontari si occupano non solo della formazione delle famiglie affidatarie, ma anche del loro sostegno).

Qual è la prassi da seguire al CAM per diventare famiglia affidataria?

La famiglia che contatta il CAM dovrà sostenere un primo colloquio di conoscenza con gli operatori del Centro, durante il quale si cercherà di chiarire le motivazioni che la spingono all’affido e la sua disponibilità (per quanti minori, di quale età, per quanto tempo). In seguito, la famiglia verrà invitata ad assistere, in qualità di uditore, alle riunioni di gruppo, alle quali partecipano coppie che hanno già un affido in corso. Si tratta di incontri molto formativi, in quanto è possibile sentire, dalla viva voce dei protagonisti, che cosa significhi essere genitore affidatario e a quali difficoltà, ma anche soddisfazioni, si vada incontro. Se, dopo questi primi passi, i candidati si dichiarano sempre disponibili, seguiranno altri colloqui di approfondimento dopo di che si procederà all’abbinamento, individuando il minore che ha bisogno proprio di quella famiglia.

Non esiste una risposta che valga per tutti i casi: dovendo conciliare le esigenze di persone diverse (minore e famiglia affidataria), i tempi possono variare. La procedura dell’affido, comunque, non è rapidissima.

Quanto tempo può durare un affido?

Premesso che lo scopo dell’affido è quello di far crescere il minore in modo sereno, circondato da attenzione e affetto, esistono diversi tipi di affido:dagli affidi giornalieri (di solito gestiti dai Comuni), che prevedono che il minore rimanga con gli affidatari durante la giornata, anche solo per essere seguito nei compiti, a quelli brevi, cioè di pochi mesi, fino agli affidi a tempo prolungato (alcuni anni), in genere per permettere al bambino di concludere un ciclo scolastico.

Sono previsti sostegni economici per la famiglia affidataria?

Il Comune che ha in carico il minore corrisponde agli affidatari un contributo mensile di entità variabile e può rimborsare le spese sostenute per gli studi o per le eventuali terapie di cui il minore dovesse aver bisogno (in base al bilancio comunale).

Su quali sostegni può contare la famiglia affidataria nell’affrontare gli inevitabili problemi dell’affido?

La famiglia affidataria non è mai lasciata sola nei momenti più critici: può contare sull’aiuto dei Servizi Sociali che hanno in carico il minore e che sono tenuti a “monitorare” costantemente il buon andamento dell’affido, vigilando che tutti i protagonisti dell’affido (minore, famiglia affidataria e famiglia d’origine) rispettino gli accordi presi quando è stato fatto il progetto. Un aiuto concreto ed efficace viene dato dai periodici incontri di gruppo delle famiglie affidatari. Tali incontri sono tenuti sia da alcuni Servizi Sociali sia dalle associazioni di volontariato come il CAM.

Chi è responsabile del minore durante l’affido?

In genere è il Comune che ha in carico il minore ad averne la tutela e quindi la responsabilità sia giuridica che legale.

Si può verificare un’interruzione improvvisa dell’affido?

Un’interruzione dell’affido si può verificare, anche se, all’interno del progetto d’affido, ogni variazione è attentamente valutata e studiata, per evitare sofferenze o motivi di disagio al bambino e alla famiglia che lo ha accolto.

La famiglia affidataria ha voce in capitolo nella scelta del minore che accoglierà?

I servizi sociali, durante l’importantissima fase dell’abbinamento, forniscono alla famiglia che si è candidata all’accoglienza tutte le informazioni necessarie sul minore, in modo che essa possa confermare la sua disponibilità. In ogni caso, per favorire la reciproca conoscenza, è previsto un periodo d’avvicinamento tra il bambino e la famiglia affidataria.

La famiglia affidataria ha rapporti con la Famiglia del minore?

Sono i Servizi Sociali che si occupano di stabilire se, come e quando il minore vede i suoi genitori. Agli affidatari i Servizi possono chiedere di accompagnare il minore agli incontri con la sua famiglia.

Il minore in affido diventa maggiorenne: che cosa succede?

Nel momento in cui compiono diciotto anni, i minori in affido possono decidere di lasciare la famiglia che li ha accolti, ma possono anche chiedere, d’accordo con la famiglia affidataria, che l’affido venga prolungato per un periodo di tre anni.

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