Durante il periodo di lockdown l’attività del nostro Bed & Breakfast Protetto è proseguita senza alcuna interruzione, a supporto dei ragazzi ospiti e delle famiglie ospitanti.
I ragazzi ospiti in famiglia hanno proseguito la loro permanenza, vivendola a proprio modo: c’è chi si è adattato velocemente, dedicandosi alle sue passioni o hobbies personali, chi è tornato un po’ bambino, privilegiando i rapporti con i figli piccoli della famiglia ospitante, ma anche chi ha avuto grosse difficoltà ad adattarsi alle restrizioni, al fatto di non poter uscire, di non poter incontrare gli amici, sfogando a volte l’insofferenza all’interno della famiglia.
Fondamentale in questi casi è stato il ruolo dell’educatore, il quale ha aiutato molto i ragazzi a capire e accettare una condizione così irreale e tanto costrittiva. Il fatto di non poterli vedere dal vivo e di mantenere i rapporti attraverso le telefonate o videochiamate, ha reso tutto un po’ più faticoso, ma con il tempo si sono raggiunti buoni risultati. Contemporaneamente, il resto dell’èquipe ha sostenuto le famiglie che hanno dovuto gestire la presenza dei propri figli e degli ospiti, nonchè la stanchezza derivante dalla convivenza continua.
Ci sono stati momenti di grande difficoltà che però sono stati superati sia dai ragazzi, con fatica ed impegno, e sia dalle famiglie che hanno dimostrato una generosità davvero ammirevole
Ora che le restrizioni si sono un po’ allentate le famiglie, oltre al ricordo delle difficoltà, ci hanno raccontato anche che quella convivenza a stretto contatto ha rafforzato i legami con i ragazzi ospiti. Ci sono state tante chiacchierate e tante confidenze che i tempi normali di vita e i reciproci impegni avevano impedito.
Le famiglie si sono sentite ripagate delle fatiche e gratificate dalla consapevolezza che questo periodo così negativo per molti aspetti si sia rivelato una importante risorsa per consolidare i rapporti.
Abbiamo avuto la conferma che lavorando insieme si possono superare difficoltà grandi e inaspettate, come quelle provocate dalla pandemia di Covid-19.
Oltre alla gestione del BBP, l’èquipe, in particolare l’educatore, hanno supportato i ragazzi che vivono nei due appartamenti per l’autonomia, con gli stessi problemi di isolamento ma senza una famiglia di supporto e con le attività lavorative sospese e relative entrate economiche dimezzate o sospese.
In particolare per uno di questi ragazzi si è prospettata l’urgenza di un complicato e rischioso intervento chirurgico, da affrontare in una struttura specializzata in Valtellina, da un chirurgo che aveva già preso in carico il ragazzo. L’intervento, che doveva essere fatto ai primi di marzo, è tuttora bloccato a causa della situazione degli ospedali e del sovraffollamento dei reparti di rianimazione. Abbiamo quindi cercato, e cerchiamo tuttora, di condividere con questo ragazzo, solo e lontano da Milano , una preoccupazione così grande nella speranza che tutto si possa risolvere nel migliore dei modi.