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Un esempio di collaborazione tra pubblico e privato svolta nell’interesse dei minori

immagine mario zevola

L’argomento è stato trattato dal Dott. Mario Zevola, già Presidente del Tribunale per i minorenni, e attualmente legale rappresentante del CAM – Centro Ausiliario per Minori, nel corso della conviviale del Rotary Club Nord Ovest Milano tenutasi il 12 maggio.

Rientra nella competenza del giudice minorile, precisa Mario Zevola, oltre alla situazione che attiene allo status personale del minore quale figlio, anche quella che riguarda condizioni di inadeguatezza, di pregiudizio o di abuso che concerne i minori vittime di disfunzioni nella relazione con i genitori.

La tutela del minore maltrattato ha luogo attraverso il procedimento civile e l’intervento sociale, che è quello che più di ogni altro consente un’effettiva e concreta possibilità di rimediare alla situazione di sofferenza del minore, se possibile anche nel rispetto delle sue relazioni intrafamiliari che, seppure distorte o inadeguate, possono presentare aspetti di positività, o comunque essere significative per lui.

L’intervento civile è proprio del giudice minorile, e si sviluppa incidendo sulla potestà genitoriale, con misure che possono giungere al temporaneo collocamento del minore presso comunità o famiglia affidataria, o anche all’allontanamento e alla adozione nel caso in cui la sua situazione per la gravità degli abusi o della trascuratezza si presenti come stato di abbandono.

Decisione molto grave, quest’ultima, che si giustifica proprio per la misura del danno che il bambino ha subito e si prevede continuerà a subire.

Decisione che richiede una complessa attività istruttoria, che va svolta per tempo e con compiutezza, ma che non sempre è adeguatamente sostenuta dalle risorse istituzionalmente disponibili.

È in ragione di questa esigenza di intervenire senza ritardo, nell’interesse dei minori, che si è concretizzata anni orsono la collaborazione delle volontarie del CAM con Tribunale per i minorenni, dapprima nell’area dell’adozione, (nel 1967 200.000 minori si trovavano negli istituti senza che fossero chiare le loro relazioni familiari), ampliandosi poi a tutti i procedimenti civili ed estendendosi poi all’esterno del Tribunale Minorile, nella ricerca e formazione di famiglie affidatarie e nel sostegno ai giovani in difficoltà con gli interventi di bed & breakfast protetto e di borse lavoro e studio.

Una collaborazione del privato con il pubblico assolutamente irrinunciabile, se si considera la natura degli interessi in gioco, che hanno un contenuto a misura di persona, di relazioni positive, che non può esprimersi con la necessaria adeguatezza in un ambito strettamente istituzionale.

Collaborazione che, nell’interesse dei minori è importante sostenere per permettere al CAM-Centro Ausiliare per Minori, di proseguire la sua opera in favore dei minori in difficoltà.

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