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Una vicenda in cui ha prevalso la continuità degli affetti

immagine continuità degli affetti

La storia di Gabriele

L’Avvocato Francesca Ardizzone dell’Ufficio Legale del CAM – Centro Ausiliario per i Minori ci racconta la storia di Gabriele (nome di fantasia) e di come la sua istanza presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, gli abbia consentito di ritornare a crescere sereno e di portare a termine gli studi.

«Gabriele è stato affidato alla famiglia R., famiglia affidataria del CAM, all’età di 2 anni. Il minore, orfano di padre e con una madre fragile, ha sperimentato le dinamiche di una famiglia amorevole, anche fraterne con le ragazze affidate alla famiglia R., che ha sempre considerato sorelle. Dopo 5 anni, il Tribunale per i Minorenni di Milano ha stabilito che Gabriele tornasse presso la madre naturale e, con lungimirante sensibilità rispetto a quanto sarebbe successivamente divenuto legge nel 2015, ha stabilito che dovesse essere garantita la continuità affettiva con la famiglia affidataria che l’ha cresciuto.

In realtà, dopo il primo anno di accompagnamento del minore dalla famiglia affidataria a quella naturale, i Servizi Sociali incaricati non hanno redatto alcun calendario e gli incontri sono sempre stati gestiti liberamente tra i Sig.ri R. e la madre naturale. Gabriele ha sempre rivisto con grande entusiasmo i genitori affidatari e ha mantenuto un rapporto affettivo anche con le sorelle. Dopo qualche anno, la madre naturale ha chiesto che gli incontri venissero ridotti e i genitori affidatari hanno accettato per tutelare il rapporto tra Gabriele e la famiglia naturale ma, con il trascorrere del tempo, hanno percepito un grave disagio nel ragazzo, che nel frattempo riferiva loro frasi: “Oggi è il mio compleanno, mancano solo sette anni, poi prendo la patente e torno a casa da voi”. I genitori affidatari hanno chiesto supporto all’Ufficio Legale del CAM, di conseguenza, ho contattato i Servizi Sociali competenti richiedendo un intervento a garanzia del benessere del minore. Tuttavia, la situazione è migliorata solo per poco tempo e, a fronte delle difficoltà del minore a frequentare la famiglia affidataria, lo stesso ha ricominciato a esternare il proprio disagio, non solo con la famiglia R., ma anche con le proprie parenti paterne, con cui ha sempre mantenuto un buon rapporto.

Gabriele, all’epoca quindicenne, non riusciva a trovare un riferimento nella madre naturale e stava così male che, terminato l’anno scolastico, si è recato presso una parente paterna, dove ha trascorso tutta l’estate. Inoltre, il ragazzo continuava a chiedere di poter tornare dai genitori affidatari e ha anche scritto una lettera in cui sosteneva di non essere mai stato a proprio agio e “Non ho vissuto la vita con mia mamma in serenità. L’idea era di raggiungere la maggiore età, ma la situazione è diventata insostenibile e dopo anni di malessere ho avuto il coraggio di allontanarmi da mia mamma (…). Vorrei incontrare un giudice che mi ascolti per aiutarmi a ritornare a crescere sereno e portare a termine gli studi in tranquillità. Voglio ritornare a vivere”. La famiglia R., disponibile a riaccogliere Gabriele, mi ha nuovamente contattata e, considerato l’evidente malessere del minore, ho ritenuto che fosse necessario l’immediato intervento dell’Autorità Giudiziaria per la sua tutela. Grazie al supporto della famiglia affidataria e delle parenti paterne, ho supportato Gabriele nel predisporre un’istanza al Tribunale per i Minorenni di Milano, che ha subito incaricato i Servizi Sociali del Pronto Intervento di Milano di effettuare un’indagine in cui è stato ascoltato Gabriele, e tutti gli altri soggetti coinvolti. Nel giro di qualche mese, è stato quindi confermato il suo collocamento presso la famiglia R. e Gabriele vive felice da oltre un anno con loro.

Questa storia mi ha profondamente colpita, non solo per il profondo amore che ha permeato tutti i soggetti coinvolti, ma soprattutto per il rapporto d’amore, apertura e disponibilità della famiglia affidataria che hanno avuto sullo sviluppo psicofisico di Gabriele, che gli hanno permesso di saper individuare consapevolmente i suoi bisogni e percorrere la strada giusta per raggiungere il suo benessere. La gratuità dei sentimenti di tutte le persone incontrate, mi ha spronata maggiormente a spendermi in prima linea per la tutela di Gabriele, che si merita tutta la gioia che è riuscito a ottenere».

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